ARTE ITALIANA DEL '900 Architettura & Arte in Italia durante il Fascismo Architetti & ingegneri INDEX ITALIANO - ENGLISH INDEX - INDEX FRAçAISE - INDICE ESPANOL
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Da Modernità totalitaria – Il fascismo italiano a cura di Emilio Gentile Furono coinvolti i maggiori esponenti del modernismo artistico e architettonico italiano, partecipando alla sacralizazione del Fascismo e alla perpetuazione monumentale della sua civiltà. Praticando un mecenatismo oculato e seducente, e al fondo anche corruttore, il fascismo coinvolse nell’esperimento totalitario artisti e architetti classicisti e modernisti, affermati e sconosciuti, giovani e anziani, chiamati per la prima volta, come categoria privilegiata con commissioni e prebende, a partecipare alla grandiosa impresa di costruire una nuova civiltà, italiana e moderna con aspirazioni epocali e universali. Gli artisti e architetti modernisti, in massima parte giovani, non soltanto aderirono al fascismo per seduzione o corruzione, attratti dalla prodigalità del Duce, ma furono fascisti per convinzione di ideali. Il Fascismo, per esplicita volontà del Duce, non pretese mai di imporre un’estetica di Stato, come fecero invece Stalin e Hitler, e lasciò convivere tendenze estetiche diverse, tradizionaliste e moderniste. Classicisti o modernisti, gli artisti e gli architetti che parteciparono alla realizzazione del “fascismo di pietra” condividevano con il Duce l’ambizione di essere i costruttori del futuro, i creatori di una nuova civiltà, attraverso una originale sintesi italiana fra tradizione e modernità, accettando il totalitarismo come una soluzione politico-culturale efficace per affrontare i problemi della modernità. E ciascuno di loro, classicista o modernista che fosse, aspirava a imprimere il proprio nome sul “nuovo stile” della civiltà fascista.
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