Architettura  &  Arte  in  Italia  durante il Fascismo

Presentazione

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ARTE  E  ARCHITETTURA  FASCISTA

 

Lo stile fascista è parte della cosidetta « Art Déco » , ma questo stile manifesta in Italia una qualità eccezionale estetica e innovativa. Il livello delle costruzioni e delle arti plastiche in Italia si ritrova raramente negli altri paesi. Negli anni ‘20 e ‘30 c’è stato un tentativo interessantissimo di conciliare la tradizione romana e il modernismo più avanzato. 

 

Una reinterpretazione intelligente della tradizione

Una caratteristica importane dell’ « Art Deco » italiana è la sua armonia con le tradizioni nazionale e la sua conformità al senso estetico italiano. Al contrario dello stile dei regimi totalitari comunista e nazista che hanno realizzato delle copie pesanti, uniformizzate, di misura sovra-umana e di un classicismo straniero alle tradizioni nazionali, lo stile « mussoliniano » prolunga le realizzazione del classico senza megalomania (occorre  sottolineare questo punto, che contradice una affermazione molto comune che si trasmettono senza critica i libri di storia e le guide turistiche) e utilizzando – sopratutto per le parti visibili dei materali nobili e tradizionali (travertino, mattoni, marmo) senza sacrificare (come sarà il caso dopo 1950) il bello all’utile. Un vero interesse alla bellezza decorativa spiega l’aggiunta di statue, bassorilievi e mosaici, che spesso sono riusciti benissimo. "Il fascismo ha saputo amalgamare le tendenze più moderne dell’ epoca al suo gusto per il passato glorioso della Romanità" (Guide Gallimard Rome, p. 92).

 

Una diversità che rivela la libertà dei creatori e l’apertura alla modernità

Un’altra caratteristica è la grandissima varietà delle creazioni.  Al contrario degli stati totalitari di tipo nazista o comunista, gli architetti e artisti italiani del ventennio e trentennio non erano costretti a seguire direttive rigorose e godevano una grande libertà di creazione. Lo Stato stesso ordinava spesso dei palazzi ad architetti che avevano delle concezioni molto diverse (cf. Palazzi della Posta a Roma). Accadeva anche che un architetto imponesse le sue idee a una municipalità conservatrice, che prima non era d’accordo. Così sono state realizzate opere di un modernismo stupendo (per esempio le realizzazioni di Giuseppe Terragni  a Como). Molte costruzioni italiane di questo tempo sarebbero state escluse dal Terzo Reich o dalla URSS di Stalin come « arte degenerata » ! Penso per esempio all’architettura (Casa del Fascio a Como, Complesso romano del Dopolavoro in via Porta Portese), alla scultura o alla pittura (cf. alle opere conservate nel Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto). La diversità delle tendenze e la libertà piuttosto grande garantita ai creatori ha salvato le loro opere dell’ uniformità. Lo stile ha anche fatto fare una evoluzione alle opere “storiciste” del inizio (Milano Stazione Centrale) fino alla severità quasi germanica della Stazione Ostiense di Roma.

 

Le due maggiori tendenze sono il razionalismo funzionalista e il classicismo neo-romano. La prima è rappresentata a Roma dal Palazzo della Posta di via Marmorata (Mario de Renzi e Adalberto Libera, 1935), dallo stupendo Complesso del Dopolavoro di via di Porta Portese, che sembra un opera del Bauhaus, o dal Palazzo dei Congressi  nella E-42/EUR (Adalberto Libera, 1938), che è considerato un capolavoro di modernismo. Il complesso sportivo del Foro Mussolini/Foro Italico (Enrico Del Debbio, 1932) è anche un esempio tra i più notevoli di arte razionalista. E’ anche interessante poichè è rimasto quasi intatto (tranne un ingrandimento sproporzionato  dello stadio olimpico), pure l’Accademia di Scherma (Luigi Moretti) che si trova in questo complesso è interessantissima e modernissima.

 

La seconda tendenza è rappresentata da palazzi spesso maestosi con colonne o archi di travertino sul modello del Colosseo : a Roma il Palazzo della Civiltà italiana/del Lavoro (Giovanni Guerrini, Ernesto Bruno La Padula, Mario Romano, sotto la direzione di Marcello Piacentini, 1938) ; il Museo della Civiltà Romana nella E-42/EUR ; le facciate laterali della Stazione di Roma-Termini (Angiolo Mazzoni, 1938-39) ; lo stupendo ponte Flaminio (Armando Brasini, 1939-1951) ; la via della Conciliazione (Marcello Piacentini e Spaccarelli, 1938-1950). La Città universitaria (Marcello Piacentini, 1935) è rappresentativa delle due tendenze. La chiesa di San Pietro e Paolo nella E-42/EUR (Arnaldo Foschini, 1937-1941), con volumi strettamente geometrici, rispetta un piano in croce greca dominato da una grande cupola d’ ispirazione rinascimentale, mentre la cupola decorata da cassoni e portata da muri con oculi fa parte del vocabolario architettonico antico. Le statue di questa epoca, sopratutto maschili, sono anche nel prolungamento della tradizione antica, rinascimentale e neo-classica. Sono una testimonianza del livello di qualità eccezionale degli scultori dell’ epoca in Italia (per esempio Bianchini o Morescalchi nel Stadio dei Marmi a Roma).

 

Un arte  e  un’ architettura alla base delle tendenze e creazioni della dopoguerra

Una grande parte dell’ architettura del dopoguerra, sopratutto razionalista, nasce dalle tendenze dell’ architettura fascista. Le costruzioni fasciste sono spesso state terminate dopo il 1945 (a Roma : la via della Conciliazione ; il ponte Flaminio ; la Stazione Termini ; il palazzo del Littorio (oggi Ministero degli Affari esteri) ; il Ministero delle colonie italiane (oggi sede della FAO) ; etc. , talvolta con modificazioni (per esempio la facciata frontale della stazione di Roma-Termini, 1950). Anche gli architetti hanno proseguito il loro lavoro fino agli anni 60-70.

 

Testo dell'amico Romano.